
Parlare di Diritti in riferimento al mondo dell’Infanzia, porta direttamente a pensare all’importanza che ha avuto mettere nero su bianco un documento che stabilisca in modo legale, condiviso e multilaterale i diritti internazionalmente riconosciuti del bambino come essere umano (Convenzione ONU 1989). Abbiamo però condiviso una riflessione più profonda, ispirate dal pensiero di Gianfranco Zavalloni, il quale offre un’ampia riflessione sui diritti cosiddetti “naturali” dei bambini e delle bambine cioè quelli intrinsechi alla loro natura stessa, quelli che emergono spontaneamente dalla loro stessa essenza. Ma vi è la necessità di esplicarli, di specificarli, di porvi l’attenzione da parte degli adulti, che non hanno più la capacità di “pensare da bambino”.
- IL DIRITTO ALL’OZIO: i bambini hanno bisogno di un tempo non programmato, un tempo da poter gestire da soli, in cui poter giocare da soli, durante il quale poter imparare a superare da soli i piccoli problemi e conflitti, senza l’eccessiva presenza dell’adulto che, anche se mosso da tutte le più buone intenzioni, finisce per non lasciargli spazio per poter crescere.
- IL DIRITTO DI SPORCARSI: i bambini devono poter vivere la gioia di giocare con i materiali naturali quali foglie, terra , sassi, sabbia, cibi e poter sperimentare con essi, poter saltare nelle pozzanghere, cose che spesso rimangono solo delle belle immagini ma che nella realtà vengono spesso stroncate dall’altisonante imperativo “non ti sporcare!”
- IL DIRITTO AGLI ODORI: permettere ai bambini di conoscere e annusare il profumo dell’erba, della terra bagnata dalla pioggia o scaldata dal sole, dei fiori, delle erbe aromatiche piantate con i nonni nel giardino dell’asilo; riconoscere l’odore di casa e il profumo buono del carrello della pappa dell’asilo che arriva ogni giorno all’ora di pranzo.
- IL DIRITTO AL DIALOGO: i nidi favoriscono la conversazione, il dialogo il poter esprimersi e la possibilità di poter raccontare qualcosa di sé. Il rischio, sempre più attuale, di un appiattimento del linguaggio e di una comunicazione a senso unico dovuta soprattutto all’uso massivo di televisione e dispositivi digitali ha già fatto vedere i suoi frutti poco rispettosi dell’unicità e della creatività dei piccoli.
- IL DIRITTO ALL’USO DELLE MANI: nella società attuale, che va ad alta velocità, c’è la tendenza ad offrire tutti prodotti preconfezionati, pronti all’uso, pensiamo ai giocattoli, spesso hanno la caratteristica di essere “usa e getta” , non prevedono neppure la possibilità di essere riparati una volta rotti. Le abilità manuali vengono sempre meno, perché non più allenate, non più affinate. Permettere ai bambini l’uso delle mani entra a pieno titolo tra le attività che il nido propone: la costruzione di giochi partendo da materiali di recupero, o di strumenti musicali da poter utilizzare, scambiare, modificare, il gioco con materiale destrutturato, farà in modo che si sviluppi nel bambino una abilità pratica e creativa che va coltivata.
- IL DIRITTO AL “BUON INIZIO”: noi adulti siamo responsabili di come un bambino inizia la sua vita, di che ambiente gli offriamo, con che cibo lo cresciamo, questo deve farci riflettere sulle nostre scelte che anche se piccole hanno la capacità, insieme, di cambiare ciò che i piccoli vivranno. Da qui ancora una volta l’accento va alla sensibilità ambientale, all’ecologia, al prendersi cura della natura.
- IL DIRITTO ALLA STRADA: la strada è intesa come luogo di incontro, di passaggio, di scambio. Se pensiamo alle nostre strade non le pensiamo cero a dei luoghi “buoni”. Vorremmo invece trasmettere l’idea che le strade e le piazze sono di tutti, rappresentano in qualche modo la comunità ed è un diritto anche dei bambini poterle vivere.
- IL DIRITTO AL SELVAGGIO: i bambini necessitano di contatto con la natura, rotolarsi nell’erba, tuffarsi tra le foglie, nascondersi dietro agli alberi, trovare rifugi. Nel nostro piccolo vogliamo permettere al bambino di sperimentare queste piccole avventure, di poter accettare che una formichina intraprenda un viaggio sulla sua gamba o che una mosca gli ronzi intorno senza che questo lo possa spaventare, sentire il ruvido di una corteccia e affondare le scarpe su un tappeto di foglie umide.
- IL DIRITTO AL SILENZIO: il silenzio è raro e probabilmente lo è perché si fa sempre più fatica a rimane nel silenzio, quasi facesse paura. Il silenzio è invece un tempo/luogo prezioso, il diritto al silenzio è educazione all’ascolto silenzioso, grazie al quale si possono sentire anche i rumori più lievi, sia della natura, come il soffio del vento, il fruscio delle foglie, il gorgoglio dell’acqua di un ruscello, lo scorrere lento dell’acqua del fiume, ma possiamo sentire anche i suoni quasi impercettibili del nostro corpo.
- IL DIRITTO ALLE SFUMATURE: è molto comune dimenticarci di tutti i colori che caratterizzano l’ambiente e le persone, si tende a semplificare e ad estremizzare un po’ tutto, in senso figurato possiamo dire che spesso ci sembra che esista solo il bianco e il nero, gli estremi, senza considerare la ricchezza che sta nel mezzo: i bambini devono accorgersi delle sfumature, sia quelle dei colori che quelle delle persone, per promuovere un mondo di pace.